26 maggio 2015

L´eruzione della Pelée e l´estinzione di una specie

Nel passato vivevano almeno tre specie endemiche di ratto gigante sulle isole delle Caraibi. Sulla specie Megalomys audreyae non si sa praticamente nulla, dato che la specie é stata descritta solo materiale fossile frammentario scoperto su Barbuda nel 1900. Il ratto gigante di Saint-Lucia (Megalomys luciae) sopravvisse fino al 1852 e sono conosciuti solo un paio di esemplari imbalsamati. Il ratto gigante di Martinique (Megalomys desmarestii) fu descritta nel 1654 dal naturalista francese Jean-Baptiste Du Tertre, basandosi sulle varie ricette dei indigeni a cucinare la specie. 
 Fig.1. Ricostruzione storica di Megalomys desmarestii.

Fino al 1890 la specie era abbastanza diffusa, ma caccia, distruzione del habitat e sterminio della specie come animale nocivo velocemente ridussero la popolazione. All´inizio del 20° secolo solo sparse e piccole popolazioni sopravvissero sulle pendici delle montagne del´isola, tra cui La Pelée – un vulcano attivo. Nell´aprile 1902 l´antica montagna si risveglio e si formo un´lago di acqua bollente sulla sommità.

La popolazione della città di St. Pierre, proprio ai piedi della montagna, si preoccupo, ma le autoritá locali assicurarono che la montagna non poneva nessun pericolo. Nella mattinata del 8 maggio 1902 la montagna esplose in una serie di devastanti flussi piroclastici - valanghe ardenti di gas e rocce  incandescente, 20- a 40.000 persone perirono. 

. The "Samson of St. Pierre".

Fig.4. and 5. Photograph of St. Pierre, Martinique, in the 19th century long b - See more at: http://historyofgeology.fieldofscience.com/2011/05/may-8-1902-la-pelee.html#sthash.aDfx2cb3.dpuf


Fig.4. and 5. Photograph of St. Pierre, Martinique, in the 19th century long before the eruption, and ph - See more at: http://historyofgeology.fieldofscience.com/2011/05/may-8-1902-la-pelee.html#sthash.aDfx2cb3.dpuf


Fig.4. and 5. Photograph of St. Pierre, Martinique, in the 19th - See more at: http://historyofgeology.fieldofscience.com/2011/05/may-8-1902-la-pelee.html#sthash.cXdiLzE7.dpuf


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Fig.2. La città di  St. Pierre, Martinique, alla fine del 19°secolo e pochi giorni dopo la disastrosa eruzione del maggio 1902.

I fianchi della montagna furono completamente spogliati della vegetazione, nessun animale avrebbe potuto sopravvivere a questo inferno. Spedizioni successive non riuscirono a trovare nessuna traccia dell´ultima popolazione di  Megalomys desmarestii conosciuta – l´eruzione della  Pelée era l´ultimo atto nell´estinzione di questa specie.
 
Bibliografia:
 
SEMAL, L. (2014): Bestiarium – Zeugnisse ausgestorbener Tierarten. Haupt-Verlag: 168

24 maggio 2015

Guerra e Granito

"Se conosci il tuo nemico e te stesso, non ci sara dubbio sulla tua vittoria; se conosci cielo e terra, la tua vittoria sara completa."
L´arte della guerra, Sun Tzú
 
All´inizio del 19° secolo Napoleone Bonaparte é l´armata francese si misero in marcia per conquistare ´Europa. L´impero austriaco fu sconfitto nel 1805 e perse numerosi territori. Il governo austriaco in seguito non si oppose apertamente ai francesi e i loro alleati, ma promosse una politica locale di mobilitazione popolare, sopratutto in Tirolo, che dopo la sconfitta era rimasto sotto controllo del Regno di Baviera.
Solo il 9 aprile 1809 l´Austria dichiaro ufficialmente guerra alla Francia e truppe entrarono nel Tirolo. Ma già in maggio la capitale austriaca cadde in mano ai francesi e in luglio fu sconfitto l´esercito regolare austriaco.
Nel maggio 1809 le truppe bavarese riuscirono a sconfiggere anche le milizie locali tirolesi. Queste prime battaglie si svolgevano ancora nelle ampie valli principali,  in cui le forze con equipaggiamento e numero superiore avevano un netto vantaggio. 

Ma tra il 4 al 5 agosto 1809 i tirolesi si ritirarono verso sud, nei pressi di Vipiteno. Usando la stretta morfologia della vallata dopo Vipiteno, quasi interamente occupata dal fiume Isarco in questo tratto, i tirolesi scagliarono macigni e tronchi sulle truppe nemiche, fermandole. Le truppe attaccanti erano costituite da soldati della Turingia, Bavaria e Sassonia –  dopo la vittoriosa battaglia la stretta fu perciò soprannominata “Sachsenklemme” - la stretta dei sassoni.
 
Fig.1. Due immagini della battaglia il 4/5 agosto 1809 nella Sachsenklemme. La seconda immagine é un disegno a penna sfumata di Benitius Mayr (1760-1826), professore di filosofia a Innsbruck.

La Sachsenklemme deve la sua esistenza alle differenti litologie presenti nell´area, alla tettonica e al´erosione fluviale. In questo tratto l´Isarco si ha scavato un letto nella grande intrusione magmatica del Granito(-diorito) di Bressanone. Mentre i bordi verso sud sono formati da un contatto tra l´intrusione e le rocce del basamento cristallino, la delimitazione verso nord é formato dal netto limite tettonico della Faglia Periadriatica
La città di Vipiteno si trova ancora in un´ampia conca, formata in scisti facilmente erodibili a nord della faglia, ma a pochi chilometri a nord il paesaggio cambia nettamente. 
A sud della faglia, nell´intrusione magmatica composta da roccia dura e resistente all´erosione, ci si trova davanti a una valle abbastanza stretta, delimitata da rapidi pendii che possono salire anche sopra i mille metri d´altezza. Oggigiorno il fondovalle é bonificato, foreste e paludi sono scomparse, il fiume Isarco regolato e ci passano sia l´autostrada per il Brennero che le strade statali. Ma 200 di anni fa la zona era ancora impervia, con il fiume che occupava gran parte del terreno, delimitato dalle pareti composte dalle rocce granitiche. Fu questo terreno e cosi la geologia che i tirolesi seppero sfruttare saggiamente per avere un vantaggio sulle truppe straniere.

Fig.2. Carta geologica dell´Alto Adige, con il rosso la grande intrusione del Granito di Bressanone, delimitata verso nord dall´importante Faglia Periadriatica e messa in diretto contatto con scisti (colore bruno).

18 maggio 2015

L´eruzione del St. Helens

È il 18 maggio 1980 quando si verifica la grande esplosione nello stato di Washington. Il monte St. Helens era riconosciuto dal 1835 come vulcano, ma dato che dal tempo dei primi coloni non ci fu mai una significante eruzione, non fu considerato una montagna particolarmente pericolosa dai residenti. Ma I segni di violenti eruzione nel suo passato si celavano nel pacifico paesaggio – il lago Spirit si era formato a monte di una diga naturale, creata da una colata di fango tra l´800 e il 1.200 a.C.

Risvegliatosi il 20 marzo 1980, la montagna fu tenuta sotto stretta osservazione dai geologi e l´area in parte chiusa per il incuriosito pubblico. Nessuno si aspettava la violenza in cui esplose il St. Helens la mattina presto di una soleggiata giornata primaverile. Il versante nord si stacco, seguito da una esplosione piroclastica. 57 persone furono uccise, su un´area di 600 chilometri quadrati ogni forma di vita sembrava distrutta.